10-11-2015
L’esame ecografico rappresenta una metodica strumentale di vastissimo utilizzo che trova ormai un impiego sempre piu` frequente sia nel primo approccio al paziente quale semplice completamento della visita clinica, sia nella ricerca e nell’identificazione di eventuali sospetti emersi dalla valutazione clinica e dall’esito degli accertamenti laboratoristici.
Questa metodica e` stata introdotta nel campo della diagnostica medica negli anni ‘70, inizialmente con risultati modesti, ma in seguito, con il rapido progresso tecnologico, ha assunto un ruolo sempre piu` rilevante, divenendo ormai un passaggio fondamentale nel “management” clinico del paziente.
Si stima, infatti, che da sola l’ecografia costituisca circa il 15-20% dell’intera produzione degli esami di diagnostica per immagini in ambito medico.
Il principio fisico su cui si basa la metodica ecografica prevede l’impiego di onde ultrasonore (ultrasuoni) con frequenze altissime, superiori ai 20.000 Herz, e pertanto non percepibili dall’orecchio umano. Gli ultrasuoni sono emessi da apposite sonde costituite da cristalli piezoelettrici che vengono posizionate a contatto con la pelle del paziente attraverso l’utilizzo di un gel che elimina l’aria interposta tra la sonda e la cute.
Le onde ultrasonore penetrano nel corpo e interagiscono in modo differente con i diversi organi e tessuti, generando degli echi di riflesso che ritornano alla sonda. Successivamente tali echi vengono amplificati e trasformati in numeri, elaborati da un computer e rappresentati in immagine su un monitor.
Attualmente l’ecografia viene utilizzata in ambito radiologico, internistico, cardiologico, chirurgico, ginecologico e ostetrico, ponendosi come metodica trasversale a numerose branche specialistiche. La sua diffusione e` stata favorita dall’innocuita`, dalla relativa economicita` e dalla facilita` a reperirla sul territorio. Il limite principale dell’ecografia e` rappresentato dal fatto che essa e` operatore-dipendente: affinche´ le informazioni ricavabili da uno studio ecografico siano correttamente valutate e` indispensabile, infatti, che il medico-radiologo e/o il medico-ecografista possiedano particolari doti di manualita`, conoscenza dell’anatomia umana, abilita` nell’interpretazione delle immagini ed esperienza clinica.
Ne consegue che l’efficacia diagnostica dell’esame e` strettamente correlata alla capacita` dell’operatore, oltre che condizionata dalle caratteristiche dell’apparecchiatura a disposizione.
Ma quali sono le principali indicazioni e i campi di applicazione dell’ecografia?
Si stima che circa 1 italiano su 5 soffra di disturbi alla tiroide e che circa il 70% della popolazione non abbia mai effettuato esami per accertare la presenza di alterazioni della ghiandola tiroidea.
I disturbi della tiroide, probabilmente per cause genetiche e ormonali, colpiscono in prevalenza la popolazione femminile. L’ecografia dimostra facilmente forma e dimensioni della tiroide, l’eventuale presenza di noduli e altre patologie come le tiroiditi.
Attraverso l’ausilio dell’applicazione ecocolordoppler e` inoltre possibile ottenere informazioni sulle caratteristiche della vascolarizzazione dei noduli e sulla diagnostica differenziale tra le varie patologie.
L’ecografia puo` essere utilizzata anche come guida per effettuare agoaspirati di formazioni nodulari per le quali e` richiesta una caratterizzazione citologica.
Il tumore della mammella rappresenta tuttora la neoplasia di piu` frequente riscontro nel sesso femminile e la causa di morte, in Italia, di piu` di 10.000 donne ogni anno.
Nella diagnostica senologica e nello screening per il tumore mammario l’ecografia deve accompagnare e completare la mammografia, che e` l’esame indicato a partire dai 40 anni d’eta`.
Nelle donne piu` giovani, al di sotto dei 40 anni, il cui seno generalmente risulta piu` “denso” perche´ a prevalente componente ghiandolare, l’ecografia mammaria deve essere considerata l’esame strumentale di elezione.
L’ecografia permette di esplorare tutti gli organi della cavita` addominale e di valutarne dimensioni, forma, struttura e vascolarizzazione: fegato, colecisti, vie biliari, pancreas, milza, reni, surreni, aorta addominale, vescica, prostata e vescicole seminali nell’uomo, utero e ovaie nella donna.
Consente di evidenziare patologie focali o diffuse, formazioni espansive, la presenza di calcolosi della colecisti e delle vie biliari, calcoli del rene e delle vie urinarie.
E`, inoltre, l’esame di prima istanza per la ricerca di falde di versamento libero endoaddominale e puo` essere uno strumento efficace anche per lo studio delle anse intestinali.
Se correttamente eseguita puo` confermare o orientare in modo determinante il sospetto clinico e guidare alla diagnosi corretta.
Nei casi dubbi o che necessitano di ulteriore approfondimento diagnostico, rappresenta il punto di partenza per individuare la necessita` di ricorrere a metodiche di II livello quali TC (Tomografia Computerizzata) o RM (Risonanza Magnetica).