Il termine osteoporosi, letteralmente “porosità dell’osso”, indica un ridotto contenuto minerale che rende l’osso fragile per indebolimento della sua struttura interna. La definizione ufficiale secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è: “malattia scheletrica sistemica caratterizzata da bassa massa ossea e da alterazioni dell’architettura dell’osso, che portano a un aumentato rischio di fratture”.
La massima mineralizzazione dell’osso, detta picco di massa ossea, si completa tra i 25 e i 30 anni ed è fondamentale per il patrimonio osseo di un individuo; essa varia in base a sesso, razza e stile di vita.
L’osso è un tessuto “vivo”, la cui architettura è in costante rinnovamento; si ha, infatti, un continuo riassorbimento di “osso vecchio” che viene sostituito da “osso nuovo” grazie all’azione di cellule specializzate. Questo ciclo viene detto rimodellamento o turnover osseo. In condizioni normali i due processi sono in equilibrio mentre, in caso di osteoporosi, è presente uno spostamento verso il riassorbimento che comporta un peggioramento della qualità e della resistenza ossee alle sollecitazioni meccaniche.
L’osteoporosi è dovuta a quei numerosi fattori in grado di alterare l’equilibrio o la disponibilità di sali minerali che possono comportare un indebolimento e una diminuzione della densità minerale dell’osso.
Le forme più comuni di osteoporosi sono l’osteoporosi post-menopausale, causata dalla riduzione di estrogeni, e l’osteoporosi senile, causata soprattutto da un deficit di vitamina D (anche per minore esposizione ai raggi solari) e da ridotto assorbimento intestinale di calcio.
Altre forme di osteoporosi, definite secondarie, possono essere conseguenti a: patologie endocrino-metaboliche (ipertiroidismo, iperparatiroidismo, ipogonadismo, diabete), patologie intestinali (celiachia, morbo di Crohn, ecc.) e renali (insufficienza renale), terapie prolungate con corticosonici o eparina, malattie congenite (fibrosi cistica, distrofia muscolare, ecc.), disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa).
I fattori di rischio per l’osteoporosi sono molti, alcuni non modificabili (età, sesso, razza), molti altri invece modificabili attraverso un preciso stile di vita.
Perché è importante la diagnosi dell’osteoporosi?
Agire sui fattori di rischio modificabili significa introdurre un’adeguata quantità di calcio e vitamina D con la dieta, eseguire una regolare e costante attività fisica, astenersi dall’abitudine del fumo e ridurre l’assunzione di alcolici. Una buona introduzione alimentare di calcio e vitamina D si ottiene mediante un’alimentazione sana ed equilibrata in cui siano presenti latte, latticini, verdure (spinaci, indivia, rucola), agrumi, legumi, uova e pesce. Laddove non sia possibile modificare lo stile alimentare (vegetariani, vegani, soggetti con allergie o intolleranze alimentari) è possibile utilizzare supplementi di calcio e vitamina D. Anche l’esposizione alla luce solare è utile per aumentare la produzione di vitamina D a livello cutaneo.
L’attività fisica è uno stimolo fondamentale per il rimodellamento osseo, gli esercizi utili per mantenere la robustezza e la resistenza dell’osso sono quelli eseguiti sotto l’azione della forza di gravità, ovvero qualsiasi attività fisica sotto carico (camminata, corsa, aerobica, yoga, pilates); proprio per tale motivo, non è invece consigliato il nuoto. Un’attività fisica regolare e costante, oltre a rappresentare una prevenzione ottimale, può essere considerata una vera e propria terapia per le patologie metaboliche e per l’osteoporosi.
La diagnosi di osteoporosi si basa sulla misurazione della densità minerale ossea in alcuni punti specifici dello scheletro, come ad esempio il femore non dominante e la colonna lombare, attraverso la mineralometria ossea computerizzata (MOC) eseguita con la DEXA che rappresenta la metodica più accurata o “gold standard”.
L’approccio terapeutico prevede, oltre all’utilizzo di farmaci specifici per rimineralizzare l’osso (bifosfonati, ranelato di stronzio, paratormone ricombinante), anche una terapia integrativa con calcio e vitamina D (dopo adeguato controllo ematochimico) e la divulgazione di consigli alimentari e sullo stile di vita necessari per aumentare l’efficacia delle terapie farmacologiche.
Purtroppo, al momento non esiste una cura risolutiva dell’osteoporosi, nessun farmaco è attualmente in grado di risolvere completamente il problema, ma le terapie, spesso di lunga durata, possono rallentare o arrestare la progressione della malattia o consentire di recuperare parzialmente la perdita di massa ossea. La prevenzione rappresenta, quindi, uno strumento di straordinaria importanza.
Giovedì 16 marzo dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle 18,30 nella nostra sede di viale Alfredo Zambrini, 14 si svolgerà un’intera giornata dedicata alla prevenzione dell’osteoporosi, in collaborazione con Vitaresearch e il dottor Tommaso Sciarra, con visite gratuite per tutti!