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Per comprendere i meccanismi d’azione dell’agopuntura dobbiamo considerare il problema sotto il profilo biofisico.
Ogni cellula del nostro corpo produce reazioni chimiche per le sue attività vitali. Tali reazioni si accompagnano a produzione di calore e di altre forme di energia, tra le quali la più conosciuta è l’energia elettrica. Il corpo, essendo formato da molteplici raggruppamenti cellulari, può essere visto nel suo insieme come un generatore di energia. Il flusso elettrico che ne deriva si propaga soprattutto attraverso l’acqua: il corpo umano è letteralmente immerso nell’acqua.
L’acqua che bagna gli spazi compresi tra un organo e l’altro è il “liquido interstiziale” e in esso sono disciolti gli elettroliti, cioé sali con carica elettrica positiva e negativa (ioni). Gli ioni sono perciò in grado di trasportare, insieme all’acqua, le cariche elettriche prodotte dalle cellule.
Ne deriva che, statisticamente, i movimenti elettrici nel corpo sono orientati dall’organo emittente verso la superficie cutanea. La rilevazione di queste cariche in superficie è comunemente sfruttata nella diagnostica medica, basti pensare all’elettrocardiogramma, all’elettroencefalogramma, all’elettromiogramma, esami che registrano le attività elettriche cutanee generate rispettivamente da cuore, cervello e muscoli.
Le cariche che affluiscono in superficie si concentrano in particolare a livello di piccole aree millimetriche, nelle quali è possibile rilevare un aumento marcato della conduzione elettrica rispetto alle zone cutanee limitrofe. Queste aree corrispondono esattamente ai punti di agopuntura che divengono, quindi, la “porta di uscita” per le eventuali patologie viscerali profonde.
Le applicazioni terapeutiche dell’Agopuntura sono davvero molteplici:
In linea di massima, e nella maggior parte dei casi, le persone si rivolgono all’Agopuntura soprattutto aspettandosi una terapia “antidolore”.
In realtà, come si evince dall’elenco, il dolore è soltanto una delle indicazioni dell’Agopuntura in quanto non si tratta di un trattamento “analgesico” al pari dei farmaci. Se così fosse, allo stesso modo con cui il farmaco antidolorifico deve essere assunto una o due volte al giorno, anche l’Agopuntura dovrebbe essere praticata almeno una volta al giorno. Invece le sedute si praticano una o al massimo due volte la settimana. L’Agopuntura, infatti, fa scomparire il dolore perché elimina “selettivamente” l’infiammazione dove essa risiede.
Per concludere, ci preme ribadire che l’Agopuntura non ha un effetto “sintomatico” ma è “curativa” nel senso stretto del termine.