Blocchi Antalgici Peridurali


Cosa sono

I Blocchi Antalgici Peridurali sono metodiche analgesiche eseguite da anestesisti in sala operatoria o in ambulatori dedicati. Si eseguono su pazienti portatori di protrusioni erniarie del rachide ed intervengono con successo nei casi di lombalgie e lombosciatalgie. Nel 70% dei casi, dopo appena 2 infiltrazioni epidurali, la protrusione discale rientra in sede, liberando così il paziente dai fastidiosi dolori al rachide ed eliminando le fastidiose parestesie agli arti inferiori. La maggior parte dei pazienti recupera entro un mese con guarigione spontanea. Al fine di intervenire con successo, è indispensabile un esame di Risonanza Magnetica del rachide lombare prima di accedere al trattamento antalgico, in quanto fornisce allo specialista informazioni indispensabili sull’anatomia del rachide.

Esecuzione

Prima di procedere, si esegue una minima anestesia cutanea locale e con un ago specifico si raggiunge lo spazio peridurale per iniettare la miscela farmacologica.

Numero dei trattamenti

Il timing di questa procedura non può essere stabilito a priori, normalmente però il ciclo completo prevede 4 somministrazioni. L’andamento della situazione clinica detta il numero e la tempistica delle infiltrazioni da eseguire. Una mancata risposta a 2 infiltrazioni peridurali sconsiglia di insistere oltremodo in questa pratica. Viceversa, un buon risultato clinico può incoraggiare il proseguimento della terapia. La terapia infiltrante può essere ripresa anche a distanza di alcuni mesi in caso di un lungo periodo di benessere, seguito poi, da un nuovo episodio di recrudescenza dei sintomi.

Procedura

L’infiltrazione peridurale ha come finalità l’iniezione del farmaco direttamente sulla radice nervosa irritata, causa del dolore. Comunemente si utilizza una miscela di steroide (cortisonico a lunga durata) e anestetico, che hanno rispettivamente attività antiinfiammatoria ed analgesica. Spesso questo è sufficiente per ottenere un sorprendente e rapido miglioramento della sintomatologia dolorosa.

Controindicazioni

Certamente un’infiltrazione peridurale è una tecnica invasiva. Per prima cosa bisogna accertarsi che il paziente non sia allergico ai farmaci che si decide di iniettare. Inoltre, il paziente che deve essere sottoposto ad una terapia peridurale non deve avere problemi di coagulazione. Se assume anticoagulanti e antiaggreganti deve sospenderli entro un tempo ragionevole per non porlo a rischio di ematomi nella sede di iniezione. Una controindicazione relativa è rappresentata dalle gravi deformità della colonna (ad es. scoliosi gravi) o stenosi degenerative del canale vertebrale in cui i tentativi di raggiungere con l’ago lo spazio peridurale sono spesso infruttuosi. Tuttavia il periodo di insorgenza della sintomatologia, l’entità, ed altri aspetti clinici sono parametri da valutare singolarmente caso per caso.

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